Salute: Simeu, in aumento intossicazioni da stufe e camini
Roma, 14 nov. (Adnkronos salute) - Boom di stufette e camini nelle case degli italiani negli anni della crisi. Come emerge da un'analisi della Coldiretti, con il crollo dei consumi di gas in dieci anni sono aumentate del 26% le importazioni di legna da ardere per tenere accesi stufe e camini. E solo lo scorso inverno sono stati accesi oltre sei milioni di stufe e camini sul territorio nazionale. "Ma di pari passo con la crisi, e soprattutto in concomitanza con l'aumento dell'immigrazione, negli ultimi anni sono aumentate anche le intossicazioni da monossido di carbonio". Lo segnala all'Adnkronos Salute Giorgio Carbone, presidente nazionale Simeu (Società italiana di medicina dell'emergenza e urgenza).
"Al di là dei casi di cronaca, molti di più sono gli episodi di intossicazione che vediamo in autunno e inverno in pronto soccorso. Complice anche il fatto che si ricorre a soluzioni alternative anche a livello di abitazioni, con sottotetti e altri spazi privi di riscaldamento centralizzato che vengono adattati con stufette ed altri dispositivi per generare calore, che andrebbero spenti prima di andare a dormire, ma questo accade raramente. Non sempre le intossicazioni da monossido di carbonio sono mortali, ma alla distanza nei casi più gravi, quelli trattati in camera iperbarica, vediamo danni persistenti a sistema nervoso centrale e cuore", ammonisce l'esperto.
Il monossido di carbonio "è un killer silenzioso - spiega dal canto suo Alessandro Barelli, direttore del Centro antiveleni del Policlinico Gemelli - soprattutto a causa della generalizzata disinformazione secondo la quale si ritiene erroneamente che l'assenza di odore di gas rappresenti sempre una condizione di sicurezza". "Il monossido di carbonio (Co) è un gas senza caratteristiche organolettiche, incolore, inodore, insapore, non irritante: ciò lo rende un pericoloso killer. Inoltre i primi sintomi dell’intossicazione spesso non vengono compresi, in quanto generici".
Risultato? Le persone presenti in un locale chiuso "che si va saturando di Co, non hanno la chiarezza di dover reagire, né sanno cosa fare. Questo perché, appunto, i primi sintomi sono generici: un leggero mal di testa, un po' di affanno, sensazione di vertigini, uno stato di confusione mentale, generici disturbi alla vista, nausea, vomito". Problemi nel complesso associabili anche a cause diverse, con il risultato che "non ci si presta attenzione più di tanto. Nei mesi invernali l'intossicazione da monossido di carbonio può avvenire per cause accidentali: scaldabagni, stufe, impianti di riscaldamento difettosi - dice il tossicologo - ma anche locali con camini e stufe a legna non sufficientemente ventilati".
"Talvolta - prosegue - ci si sente del tutto al sicuro solo per aver fatto eseguire la manutenzione del proprio impianto di riscaldamento. Non sempre, però, queste verifiche sono effettuate con la necessaria scrupolosità e competenza. Il risultato è che si trascurano sintomi che in circostanze diverse avrebbero allarmato e l'intossicazione da monossido di carbonio produce i suoi effetti, magari lenti ma inesorabili". Il comportamento di ogni installatore di fronte alla revisione di un impianto esistente, o all'installazione di una nuova caldaia, deve essere "responsabile e attento", raccomanda il tossicologo. Sono tre le operazioni indispensabili da compiere al momento dell'installazione: "Un'accurata verifica dell'installazione e funzionamento degli impianti di riscaldamento, il rispetto delle norme di sicurezza, l'ispezione regolare del sistema di areazione e del tiraggio dei camini".
Un aiuto viene dalle tecnologie. "I rilevatori di Co sono strumenti di costo contenuto, che producono con precisione e affidabilità un allarme anche per basse concentrazioni di gas (220 ppm). Intervengono con segnalazioni luminose o acustiche, oppure possono essere previsti per attivare una ventilazione forzata, per esempio tramite un estrattore d'aria". In realtà a volte accade che l'utente "spenga il rilevatore perché infastidito da troppo frequenti o ripetuti allarmi che, a suo parere sono ingiustificati dato che nella stanza 'non c'erano né odori né visibili cause d'allarme'", aggiunge l'esperto.
Ma come agisce il gas? "Presenta un'affinità per l'emoglobina 200-300 volte maggiore rispetto a quella per l'ossigeno e quindi i globuli rossi del sangue - che hanno il compito di trasportare e rilasciare ossigeno ai tessuti - in presenza di Co vengono pesantemente limitati nella loro funzione di trasportatori di ossigeno. Quando il Co è in circolazione i globuli rossi vengono "sequestrati" e impediti nel trasporto e nella libera circolazione dell'ossigeno. Ecco perchè le conseguenze a danno dei principali organi (cervello, cuore, ecc.) che se ne nutrono per funzionare e sopravvivere possono essere molto gravi", conclude Barelli.
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